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Ritorna il fantasma dell’ Aviosuperficie carico di soldi !

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Ombre sulla pista

Sant’Agostino o Andreotti ripetevano sempre che “errare è umano ma perseverare è diabolico”. A quanto pare però questo detto non vale per Scalea dove ancora si persegue la volontà di gettare nel vento nuovi finanziamenti pubblici per un opera, che per come è stata progettata non decollerà mai. Parliamo dell’aviosuperficie di Scalea, di quei due chilometri di cemento incastrati fra la linea ferroviaria e la superstrada ss18 del tirreno. In quella piccola striscia di cemento, a pochi metri dal fiume Lao nella parte nord,che più volte ha esondato, non potranno mai atterrare aerei di linea superiori ad un certo tonnellaggio ma solo piccoli aerei con un massimo di nove posti. Eppure, su questa striscia di cemento, ora in mano a gabbiani e cani randagi sono arrivati una montagna di euro, ben 2 milioni e 100 mila euro, ai quali si aggiungeranno a detta del sindaco di Scalea Pasquale Basile altri 4 milioni di euro provenienti da privati. Ricordiamo a tutti che l’opera, per essere realizzata, è costata ben 24 miliardi delle vecchie lire e che da quando venne ultimata, circa 5 anni fa, non è stata mai utilizzata per una serie di inadempienze che sin dall’inizio erano a conoscenza di tutti.

Sarebbe stato giusto parlare fin dall’inizio di aviosuperficie. Ma parlando di aviosuperficie si sarebbe subito scoperto l’inganno , e  l’utilità dell’opera sarebbe stata subito messa in discussione. Forse ai finanziatori europei sarebbe venuto un dubbio su questa opera ed avviate le opportune informazioni che evidentemente sono mancate. Come si sarebbe potuto autorizzare infatti, un aereoporto stretto a tenaglia fra un rilevato ferroviario ed una super strada ?  Un serpentone di cemento sul quale “a vista” , e cioè senza radar, avrebbero dovuto atterrare piccoli aerei da turismo trasportanti un massimo di 9 persone per volta. Il progetto venne approvato attraverso i Patti territoriali dell’Alto tirreno cosentino  ed è stato presentato come utile agli aerei della protezione civile, al trasporto di merci di natura agricola, oltre che per lo sbarco di ben 74 mila passeggeri all’anno. Ma quello che ora , veramente bisognerebbe verificare è l’effettiva utilità dell’opera e quello che come si usa dire il  costo beneficio. Tale struttura , intanto,non è contemplata nel “Piano Nazionale dei Trasporti” ed è appena accennata al punto 4.3 unicamente dal “Piano Regionale”  il quale così riporta: “…Analogamente è prevista la realizzazione di un aeroporto d’interesse locale nell’area dell’Alto Tirreno Cosentino,in prossimità del Comune di Scalea”.

muro abbattuto dal fiume Lao

E analizziamo i dati ufficiali : previsti 74mila passeggeri,1350 tonnellate di trasporto merci e 95 posti di lavoro. Prendiamo i dati dei passeggeri. Bisogna dire che l’aviosuperficie non è altro che un grande pista di cemento che occupa una lunghezza di 2 chilometri per trenta metri di larghezza per un totale di 260 mila 515 metri quadrati. Su questa pista potrebbero  atterrare solo voli charter o aerotaxi fino ad un massimo di 9 passeggeri ed a vista , cioè senza alcun sistema di assistenza radar ,esclusi, naturalmente quelli in dotazione del pilota dell’aereo. Questo dato del massimo dei nove passeggeri è un requisito di sicurezza scritto nel  “Regolamento per l’uso di aviosuperfici per attività di Trasporto Pubblico,Scuola,Lavoro aereo” d’imminente emanazione da parte dell’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il cui art. 3  recita proprio così: “L’uso di aviosuperfici per attività di trasporto pubblico è consentito esclusivamente per i voli: intracomunitari; in condizioni meteo non inferiori a quelle minime prescritte dalle regole del volo a vista; limitato alle ore diurne; ai soli velivoli di MTOM non superiori a 5700 kg e numero di posti passeggeri non superiori a 9 “ e sottolineiamo nove. Questo vuol dire che , per raggiungere la cifra dichiarata nel progetto , di  74 mila passeggeri, si dovrebbero effettuare su Scalea fino a 8 mila voli all’anno, cioè 23 aerei al giorno!

GABBIANI ATTERRATI

E poi l’atterraggio è a vista, cosa vuol dire. Che se c’è troppo vento per esempio l’aereo si dirotta a Lametia. Viene da pensare allora, che se uno prende l’aereo da Napoli per venire a Scalea in un ora si potrebbe trovare a Lametia dove per ritornare a Scalea in pullman o navetta ( trovandoli) ci vogliono due ore ! Bel guadagno ! Chi prenderebbe un treno per andare a Napoli sapendo che potrebbe trovarsi a Bari ? E’ possibile che solo ora, tutti quanti,  si siano accorti di questi problemi  ? Che tutti ora parlino di aeroporto e si cerchi di correre ai ripari, certi del fallimento in caso restasse una “semplice” aviosuperficie ? E questa pioggia di euro a cosa serviranno dal momento che la pista non potrà essere allungata ? Serviranno per acquistare un radar ? Per strade di congiungimento ad una pista senza aerei ? ma la provincia di Cosenza qualche anno fa non aveva già annunciato interventi stradali per ben 130 mila euro che servivano per migliorare l’accesso all’aviosuperficie ?

Ben 130 mila euro per l’ingresso da ovest , dal bivio di Orsomarso, e altri 200 mila euro per l’ingresso dalla superstrada. In totale , 330 mila euro per due strade che potrebbero portare solo ad una pista di cemento costata già 25 miliardi ! Insomma i soliti soldi buttati al vento, mentre in tutto il tirreno cosentino c’è gente senza casa, senza lavoro, senza futuro che sicuramente potranno consolarsi portando i propri figli sulla pista di cemento a giocare con gli aquiloni. Sempre che ci sia vento !

anche su MEZZOEURO DEL 3 NOVEMBRE 2012


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